SBLOCKDOWN: far ripartire il business nella FASE post-COVID19
Le regole imposte dai vari Protocolli Anticontagio, Sicurezza sul lavoro e Privacy rendono la ripartenza delle nostre imprese un percorso ad ostacoli. Per non parlare dell’incertezza legata all’andamento del rischio epidemiologico che mette nelle condizioni i nostri imprenditori a non fare piani troppo ottimistici e comunque a dotarsi prudentemente di diverse alternative, prevedendo oltre al classico piano B anche un piano C e forse anche un piano D. Ma ancor prima di iniziare a pianificare la ripartenza, bisognerà fare i conti con i danni sul business provocati dal lockdown e soprattutto avere la consapevolezza di come è cambiato il rapporto tra imprese e i clienti.
L’impatto sul business non è stato uguale per tutte le imprese.
Ci sono imprese appartenenti a settori che non hanno subito restrizioni che tra i rischi e i timori da contagio, hanno comunque continuato a lavorare. Parliamo di esercizi di vicinato e i piccoli supermercati di quartiere che hanno, si incrementato le vendite, ma a fronte di una riorganizzazione del processo di vendita in molti casi. Molti di loro, infatti, hanno fatto fronte al contingentamento degli ingressi attraverso l’utilizzo di app digitali o altri strumenti di comunicazione, che hanno consentito la prenotazione della spesa, effettuare il pagamento e la scelta tra consegna al domicilio o ritiro in negozio. Altre imprese, invece, come quelle appartenenti ai settori della ricambistica, idraulica e giardinaggio, fortunatamente già attrezzati con l’e-commerce, hanno compensato la riduzione delle vendite provenienti dal canale tradizionale con le vendite on line.
Questa tipologia di imprese non ha subito danni, anzi il lockdown ha rappresentato più che altro una opportunità per riorganizzare il proprio modello di business e renderlo magari più performante attraverso un piano di sviluppo aziendale su cui poter lavorare.
Poi ci sono quelle imprese che hanno registrato effettivamente un danno economico per via delle restrizioni e che potrebbero trovarsi in seria difficoltà per la ripartenza.
Pensiamo ai pubblici esercizi, come bar e ristoranti, all’artigianato di servizio, come estetisti ed acconciatori e a tutte le quelle imprese di appartenenti al settore della produzione e commercio che hanno dovuto sospendere l’attività per diverse settimane. In questa tipologia di aziende, il danno economico è stato più o meno importante a seconda degli impegni presi e della situazione economico finanziaria di partenza (pre-covid). Per quelle imprese, infatti, che avevano già problemi di natura finanziaria per via di importanti esposizioni debitorie spesso accompagnati a problemi di natura economica per via della bassa marginalità, la priorità in questa fase, sarà invece, quella di trovare le risorse per far fronte all’emergenza oltre a verificare l’esistenza dei presupposti per la sopravvivenza stessa del business. In caso contrario bisognerà essere pronti a gestire la crisi d’impresa.
Fortunatamente nella fase pre-covid19, ci sono anche imprese sane e esposizioni debitorie equilibrate. Per queste ultime la priorità sarà quella di dover gestire gli impegni già presi attraverso un nuova iniezione di liquidità e invertire sul circolante per rimettere in moto l’attività.
Prima di pensare di tornare all’ordinarietà, cosa non ancora possibile per tutti, potrebbe essere consigliabile osservare se nel frattempo sono cambiate le abitudini d’acquisto dei clienti.
Il periodo di lockdown ha portato molte persone a prendere più confidenza con le tecnologie digitali. Molti si sono approcciati per la prima volta a fare acquisti online, altri sono riusciti anche ad intrattenere relazioni a distanza imparando ad apprezzarne tutti i vantaggi in termini di tempo dedicato e magari anche di costi annessi all’operazione. Google Trends ha rimarcato come la fase lockdown ha spinto gli utenti a ricercare le imprese locali, quelle cosiddette di vicinato. Dalle ricerche è emersa la propensione degli utenti a ricercare attività locali, ad esempio in Italia “…è aumentata la ricerca del termine esatto “vicino a me”, in Spagna “cerca de mi”, negli Emirati Arabi Uniti i consumatori hanno cercato termini più specifici quali “salone di bellezza vicino a me” (“salon near me”) e in Sudafrica “negozio vicino a me” (“shop near me”)”. Dal digitale, arriva quindi, un segnale interessante per il rilancio dei business locali.
Ma quante micro e piccole imprese sono attrezzate per vendere o permettere di prenotare servizi online?
Soprattutto nel retail e nelle attività business to consumer, da qualche anno si parla di omnicanalità. Parliamo di un nuovo modo per le imprese di approcciarsi al mercato, dove più che la scelta del canale da utilizzare conta l’esperienza d’acquisto dell’utente. Esperienza dell’utente fatta all’interno della dimensione fisica e digitale. Con l’omnicanalità, per le imprese sembra annullarsi la barriere tra canali fisici, i negozi, ad esempio, e canali digitali, come le piattaforme di e-commerce. I clienti possono trovare conveniente acquistare on line e ritirare in negozio oppure ordinare in negozio, anche su catalogo digitale e attendere la consegna a casa.
Se pensiamo che durante il lockdown, anche nei piccoli paesi, molti ristoranti hanno lavorato solo con le consegne a domicilio, significa che parliamo di uno scenario molto prossimo ad una realtà già vissuta in fase di emergenza.
Quali modelli di business saranno più in linea rispetto alle nuove esigenze dei clienti?
Come imprenditori, prima di pensare alla ripartenza, dovremmo dedicare una sana riflessione, su quanto il nostro modello di business sia allineate alle nuove esigenze dei clienti, non altro per continuare ad avere aziende competitive in mercati instabili ed in continua evoluzione come quelli in cui viviamo.
Da queste premesse nasce il ciclo di webinar dal titolo “SBLOCKDOWN”. Una serie di appuntamenti ed interviste realizzate con esperti, imprenditori e personaggi che a vario titolo hanno affrontato già il tema della ripartenza del business o stanno supportando le aziende nella ricerca delle soluzioni più adeguate alle loro imprese.
Questi i prossimi appuntamenti
I nuovi mantra: #sbockdown #insiememadistanti #formarsipernonfermarsi
Alfonso Panzetta
I nostri prossimi appuntamenti
Alfonso Panzetta, commercialista, formatore, e fondatore di Innova.Imprese, Cedfor e Scuola d’Impresa per Confartigianato, dopo aver maturato una significativa esperienza nell’ambito della consulenza sulle Micro e PMI sui temi del marketing, delle vendite e della consulenza manageriale si è specializzato in Business Innovation Managing al MIP la Business School del Politecnico di Milano. Oggi più che mai impegnato sui temi dell’innovazione all’interno del sistema Confartigianato ed in particolare su come l’innovazione può diventare determinante per la crescita delle piccole e medie imprese. www.innovaimprese.com