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Big Data e il valore dei dati: quanto contano le informazioni per un imprenditore

11 Aprile 2018

I dati ci permettono di capire, di riflettere e di prendere decisioni. Tanto più importanti sono le decisioni che ci permettono di prendere e guidare delle azioni tanto più possono avere valore. Che valore hanno i dati per un imprenditore intento a guidare la sua azienda nel far crescere il proprio business? Il valore è enorme e a volte anche il costo e la fatica per acquisirli lo può diventare. Pensate a quanto sarebbe interessante per una azienda capire i gusti e/o le esigenze dei propri clienti prima di impacchettare una proposta su misura.
Dati e statistiche sono sempre stati utili a guidare il business e nell’era Digitale e dei Social Network, grazie all’interazione tra esseri umani e mondo digitale, l’acquisizione dei dati è diventata talmente semplice che ha permesso un accumulo così vertiginoso di dati, tanto da essere cresciuti enormemente e chiamati: Big Data.
Oggi i dati vengono raccolti, trattati, analizzati e venduti e tanto sono importanti i risultati che se ne possono trarne, tanto più i dati acquisiscono valore. Questo concetto ha aperto nuove opportunità di business per tutte quelle aziende che operano nel settore dei dati e dell’Information e Comunication Tecnology e qualcuno ne ha parlato come “Il nuovo petrolio”.

Big Data e il valore dei dati: il caso Facebook e la privacy

Il caso Facebook ha portato alla ribalta un problema di fondo su cui i governi fino ad oggi hanno sorvolato, lasciando fare alle società tech, pensando ad una sorta si autoregolamentazione nel settore, sottovalutando l’importanza sull’uso dei dati in relazione alle nostre vite. In realtà l’Europa da qualche tempo aveva già iniziato ad interrogarsi su questi aspetti tanto che il nuovo codice della privacy ha previsto pesanti sanzioni, nell’ordine del 4% del fatturato, per le società che non rispettino il diritto dell’individuo alla privacy. In America, Mark Zuckerberg ha chiesto scusa per quello che è successo, promettendo una più accurata attenzione sulla protezione dei dati, ma il danno è già stato fatto e all’11 di aprile si attende ancora l’esito per il Datagate Cambridge Analitica.
In definitiva, in gioco non può essere l’utilità dei dati, perché se i dati ci permettono di migliorare la nostra vita, ben vengano tutte quelle attività che ci mettono nelle condizioni di raccogliere e trattare i dati in maniera etica. Il problema diventa invece l’uso da irresponsabili che se può fare quando vengono violati i diritti degli individui o ancora peggio manipolate le menti della gente attraverso l’uso indiscriminato che se ne fa. Ai posteri l’ardua sentenza.

L’analisi delle informazioni e dei dati: quanto contano dal punto di vista aziendale

Come imprenditori delle pmi brindisi, tutto questo ci insegna, che i dati possono avere un valore enorme per le nostre vite, valore di cui potremmo beneficiare solo se a partire dalle nostre aziende contribuissimo a far crescere all’interno la “cultura del dato” in modo da poter determinare da protagonisti il futuro delle nostre imprese.

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